Notizie dal Monastero

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In data 7 gennaio 2023 una delegazione del Comitato del “centenario”  della venuta dei monaci Cistercesi a Cotrino, presso il monastero "S. Maria di Cotrino", nella persona del Priore Padre Antonio Semerano, della   Sig.ra Vittoria Ribezzi e del Sig. Giuseppe Spirito ha consegnato al Sindaco della Città di Latiano l’Avv. Cosimo Maiorano, la richiesta di gemellaggio con la città di Monopoli, città natale della contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco, nonché consorte del Beato Bartolo Longo.

Marianna Farnararo De Fusco Longo Cofondatrice del Santuario di Pompei

Quando si pensa al Santuario Pontificio di Pompei, dedicato alla Madonna del Rosario e alle tante Opere assistenziali e formative, sorte intorno ad esso, non si può non abbinare il ricordo del suo Fondatore, il beato Bartolo Longo con quello della contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco, colei che diede l’opportunità, divenendone poi l’anima sostenitrice, della fondazione delle Opere e della devozione mariana a Pompei.
Marianna Farnararo, nata a Monopoli il 13 dicembre 1836, da Biagio Farnararo e Rosa Martinelli, rimasta orfana del padre a 10 anni, fu collocata in un collegio religioso, per avere un’adeguata istruzione ed educazione. Aveva 14 anni, quando la madre donna Rosa Martinelli, decise di trasferirsi a Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie, probabilmente per sfuggire alla miseria che opprimeva Monopoli in quel periodo, ricordata come la “fame del ‘48” e per allontanarsi dalla città, in preda ad un clima politico antiborbonico.
A Napoli la famiglia Farnararo si stabilì nel palazzo della famiglia Volpicelli e in questo luogo, Marianna conobbe l’allora quindicenne e futura Beata, Caterina Volpicelli (Napoli, 21 gennaio 1839 – 28 dicembre 1894) a cui si legò con profonda amicizia, partecipando con lei alle attività dell’Associazione del “Cuore SS. di Maria per la conversione dei peccatori”, dedita soprattutto all’adorazione del SS. Sacramento, i cui membri si alternavano durante tutto il giorno. A 16 anni, il 21 febbraio 1852, Marianna Farnararo andò sposa al conte Albenzio De Fusco (1824-1864), giovane ventottenne di Lettere (Napoli), proprietario terriero; probabilmente fu un matrimonio preparato dalle famiglie, com’era usanza fra i ceti nobiliari del tempo, e il loro matrimonio fu allietato dalla nascita di cinque figli.
Dopo 12 anni di matrimonio, la morte colpì il conte Albenzio De Fusco il 26 febbraio 1864 a soli 40 anni, lasciando vedova Marianna, ancora giovane di 28 anni.
Nel 1870, provata dalle preoccupazioni procuratele dai tre figli maggiori e dalla solitudine della vedovanza, Marianna ritornò nel palazzo Volpicelli dell’amica Caterina, alloggiata con i due figli minori in un modesto appartamento. La vicinanza e il carisma della futura beata Caterina Volpicelli fu essenziale per accrescere l’educazione religiosa e la spiritualità di Marianna, i cui primi germi erano maturati nelle Confraternite religiose della natia Monopoli, particolarmente quella domenicana del Santo Rosario.
Immancabilmente partecipava alla recita della preghiera mariana in casa Volpicelli e fu durante queste incontri di preghiera, che conobbe l’avv. Bartolo Longo, il quale dal 1870 era andato a vivere in pensione nello stesso palazzo della Volpicelli.
Conosciuto così l’avvocato Bartolo Longo e apprezzandone le doti umane, spirituali e organizzative, Marianna De Fusco gli affidò l’amministrazione delle sue proprietà terriere a Lettere, Gragnano e Valle di Pompei, nel tentativo di farle fruttare a dovere e togliersi dallo stato di indigenza in cui si trovava.
Tutta l’opera dei due generosi apostoli pugliesi a Pompei era conosciuta ed approvata dalle Autorità ecclesiastiche diocesane e dalla stessa Santa Sede; il papa li riceveva spesso e fu proprio papa Leone XIII a consigliare loro di sposarsi. Il matrimonio si celebrò il 1° aprile 1885: Marianna Farnararo aveva 48 anni e Bartolo Longo 44. Nel volume “Bartolo Longo e il Santuario di Pompei” di Scotto di Pagliara D., Pompei,1943, si legge: “Marianna De Fusco, restò anche allora per Bartolo Longo “La contessa”, la donna cioè che cooperava alle sue opere di carità e di fede e spesso gliene spianava il sentiero; nel modo stesso che l’avvocato Longo restò per lei “don Bartolo”, l’uomo provvidenziale, l’apostolo del Rosario, il salvatore dell’infanzia più sventurata, colui che meritava ogni stima e ogni venerazione”. Nonostante i caratteri diametralmente opposti, la loro unione si dimostrò comunque salda, perché fondata sulla profonda stima, sul reciproco rispetto, sulla comune fede religiosa, sull’impegno per le opere di carità e la divulgazione del Rosario. Per questo Marianna Farnararo è considerata (come sancito da Papa Leone XIII nel suo Breve Quotquot religionis del 28 marzo 1890) unanimemente cofondatrice del Santuario e delle Opere a Pompei, da dove non si allontanò più fino alla morte.
La contessa De Fusco morì a Pompei il 9 febbraio 1924 all’età di 88 anni, precedendo il marito Bartolo di poco più di due anni (15 ottobre 1926 ad 85 anni); aveva trascorso a Pompei insieme al futuro Beato più di 50 anni. I funerali furono solenni, con la partecipazione di autorità civili, militari e religiose. Il 3 novembre 1938 i suoi resti furono definitivamente tumulati nella vasta cripta del Santuario, accanto al marito Bartolo Longo, dove riposa tuttora, anche se le reliquie del Fondatore, proclamato Beato il 26 ottobre 1980, sono state poi sistemate in una apposita cappella, adiacente le navate superiori, per la venerazione dei fedeli. Nella Basilica la contessa De Fusco e moglie di Bartolo Longo per 39 anni è ricordata con varie lapidi. Vogliamo ricordala con questa pensiero inciso sull’iniziale sepolcro:
“Fu donna forte, di prudente sapienza, di pietà tenerissima, di attività singolare, provata dal clemente Iddio con grandi trionfi e con grandi dolori, predicatrice delle
glorie del Rosario fino all’ultimo giorno.
Tratto dal mensile della parrocchia di S.Antonio di Monopoli (BA)  LA FONTANA DEL VILLAGGIO - ANNO XIV - N. 10 - DICEMBRE 2012

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